È una giornata di sole un po’ come le altre.
A dire il vero non tanto calda come le altre; siamo in prossimità di ferragosto e per fortuna le temperature si stanno abbassando.
In forno c’è il mio pranzo, che pian piano si sta cuocendo, e per ottimizzare i tempi ho steso la biancheria. E scrivo un blog.
Sono in ferie da tre giorni e, sembra assurdo, ma sono tre giorni che non esco di casa. Sembra assurdo perché si tende a credere che, essendo liberi dal lavoro, si debba approfittare del tempo a disposizione per fare tutto quello che durante la settimana lavorativa non puoi: fare attività, escursioni, vedere posti nuovi, andare dove non sei mai andato. E in effetti questo era il mio proposito; ma adesso, dopo 72 ore di stand by, posso dire che le cose stanno procedendo in modo diverso.
Inizialmente ero perfino un po’ contrariata da me stessa, da questo mio atteggiamento all’apparenza annoiato e forse anche un po’ apatico: stai a casa, non esci, mangi più schifezze del solito, guardi film…. Ecco! È proprio in quest’ultimo dettaglio che la mia domanda ha trovato risposta, quella domanda che mi sono posta continuamente in questi tre giorni: perché, se tendenzialmente posso fare tutto ciò che voglio, mi ritrovo a non fare nulla? La risposta è arrivata, in modo graduale scorrendo le immagini dei film che ho visto in questi due giorni e che fanno parte tutti della stessa collana intitolata “Manuale d’amore“; una trilogia che racconta in brevi episodi di storie diverse sulle fasi dell’amore e al tempo stesso affrontano il tema di come cambia l’approccio all’amore in base all’età della persona.
Ho trovato questi film di una bellezza incredibile e disarmante: in ciascun episodio c’è sempre qualcosa, una storia o un personaggio, in cui riesci a rivederti; sono situazioni che ti prendono, ti emozionano, ti divertono e a volte ti commuovono anche. E in questo carnevale di baci, passione, tradimenti, arrabbiature, confessioni e richieste di perdono io mi sono più volte ritrovata ed ho ancora di più rafforzato in me la convinzione profonda che, se vogliamo veramente godere della vita e lasciare che che ci accadono cose nuove, dobbiamo aggrapparci il meno possibile a persone, situazioni, oggetti, ricordi e pensieri.
Dobbiamo imparare a sognare, ad usare l’immaginazione non per creare un surrogato scadente della vita che vorremmo, ma perché nell’immaginazione sta il seme delle nuove idee e quindi anche delle nuove opportunità.
Pensateci bene: in fondo l’immaginazione non è altro che fantasticare su delle situazioni che razionalmente crediamo impossibili da realizzarsi. In realtà tutto ciò che la nostra mente è in grado di concepire può sicuramente accadere e, se non accade, è solo perché siamo troppo imbrigliati nei nostri costrutti mentali, nelle strutture di pensiero che ci sono state tramandate della famiglia, dalla società e dalla realtà in cui siamo stati calati a vivere.
Quindi è molto probabile che nelle nostre fantasticherie potremmo trovare la soluzione ai nostri problemi; come disse un personaggio molto illustre, non possiamo trovare la soluzione di un problema allo stesso livello che lo ha generato, la soluzione sta sempre un gradino più in alto, un millimetro oltre la famosa zona di comfort di cui io ho più volte parlato nei miei scritti.
E quando le cose ci portano a oltrepassare quel confine, quando sentiamo che abbiamo paura, quando il cuore inizia a battere forte, quando ci tremano le gambe, quando vorremmo fare tutto tranne che quello, allora possiamo esser certi che quella non solo è la strada giusta per noi ma è l’unica strada percorribile per arrivare a godere di una vita in linea con ciò che siamo realmente.
Restiamo aperti al nuovo, viviamo la vita come quando la pioggia ti sorprende e tu non hai l’ombrello: puoi cercare un balcone sotto cui ripararti, e rimanere dove sei. Oppure puoi restare sotto la pioggia, volgere il viso al cielo e lasciare che le gocce ti bagnino, sentire la bellezza di una tale sensazione e goderne; in quel preciso istante sii certo che sei vivo e se sei vivo hai in mano tutte le carte che ti servono per poter rendere la tua vita il capolavoro che merita di essere.
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