Oggi scrivo un blog.

E lo dedico ad una persona che nemmeno conosco ma che è riuscita, senza saperlo, a regalarmi un meraviglioso momento di commozione.

Domenica mattina, mi sveglio alle 8 nonostante la baldoria di stanotte (ero rientrata alle 3 del mattino ed addormentata molto tempo dopo); nonostante questo, mi sono alzata presto e con la voglia di andare all’aria aperta, stare fuori e respirare l’aria fresca di queste giornate autunnali atipicamente più calde del solito.

Così vado a piedi in centro, ne approfitto per muovermi in po’: c’è qualche bancarella, come ogni domenica, di piccoli artigiani che espongono i loro manufatti.

Ma tutto sommato poco movimento, poca gente, e tutti con un certo andare lento, con la domenica stampata in faccia insomma! I due cani che hanno attirato la mia attenzione, poco distanti da me, erano decisamente molto più attivi e pimpanti dei loro rispettivi padroni 🙂

Ma me piace comunque osservare tutti, dalla persona immobile a quella che mi passa davanti correndo, ognuna di loro mi trasmette qualcosa e mi dà qualcosa.

Poi i miei occhi curiosi che tutto scrutavano si sono soffermati su una persona, un uomo. Non molto lontano da me stava passeggiando, no, stava camminando… Un uomo con una evidente disabilità: occhiali scuri e bastone, un non vedente.

Da quando l’ho notato non sono più riuscita a staccargli gli occhi di dosso. L’ho seguito con lo sguardo in ogni suo passo.

La prima cosa che mi sono chiesta guardandolo è stata “Chissà se guardandolo da più vicino percepirebbe il mio sguardo su di lui”… Probabilmente si, queste persone, proprio perché private di uno dei 5 sensi, sviluppano fortemente altre abilità sensoriali.

Lui camminava, poggiando il suo bastone avanti a lui in quel gesto tipico che tutti noi almeno una volta abbiamo visto, sembrava anche abbastanza sicuro di sé. Poi a un certo punto si è fermato, ha messo la mano nella tasca della sua giacca e ne ha preso qualcosa; subito ho immaginato che stesse ricevendo una telefonata, infatti così è stato, dalla tasca aveva preso il suo smartphone e molto probabilmente, più che una telefonata, credo abbia ricevuto un messaggio, al quale ha risposto con un vocale. Lì ho pensato che la tecnologia, quella che tanto disprezzo per aver condizionato in negativo la generazione dei miei figli, in quel momento mi è sembrata una benedizione! La vita di un non vedente nel 2022 è sicuramente meno difficile rispetto ad anni fa, il progresso avrà portato delle migliorie pratiche nella vita di tutti loro.

Poi ho pensato che se non avesse avuto il bastone in mano, nulla avrebbe fatto pensare che fosse un uomo cieco.

Non so perché, ma osservarlo a lungo nei suoi piccoli gesti ha provocato in me un moto di commozione, talmente forte da farmi piangere silenziosamente, le lacrime sono venute fuori senza che io potessi fermarle, piangevo ma erano lacrime dal sapore buono,  lacrime di gratitudine per aver avuto la possibilità di essere lì in quel momento e vivere tutto questo; e sono stata grata di indossare  i miei occhiali da sole con lente a specchio, che mi hanno permesso di vivermi la mia commozione in assoluta intimità personale.

Avrei tanto voluto raggiungere quell’uomo, prenderlo sottobraccio e trascorrere la giornata con lui, sentire ciò che ha da dire, farmi raccontare il mondo attraverso le sue percezioni.

Mi è anche venuta in mente la scena di un film, in bellissimo film, che io amo profondamente “Il favoloso mondo di Amélie” in una scena dove lei aiuta un non vedente ad attraversare la strada e nell’accompagnarlo gli descrive minuziosamente ogni dettaglio del luogo in cui stanno passando, lei diventa in qualche modo gli occhi di lui. È una scena molto toccante, bellissima. Io avrei voluto fare lo stesso con lui.

Ma lui, nel frattempo, si era già allontanato molto dalla mia portata visiva, così mi sono detta “Lo seguirò con lo sguardo fino a quando mi sarà possibile, poi scriverò subito le mie impressioni, perché voglio poter trascrivere tutto, prima di essere distratta da altro”

Lui è andato, ed io adesso sono qui su questa panchina della piazza principale di Belluno a mettere giù queste parole con lo smartphone; non vedo l’ora di tornare a casa per poter correggere e pubblicare questo mio scritto sul mio blog. E fissare per sempre questi istanti.

Non posso non concludere dicendo che la Vita è una cosa meravigliosa, che vale la pena lottare SEMPRE perché i doni che ne riceveremo saranno sempre più grandi dei nostri sforzi.

Ed oggi la Vita mi ha fatto dono di te, Amico speciale, che con passo sicuro te ne vai in giro per il mondo.

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