Oggi è il secondo giorno di questo nuovo 2023.

Stamattina mi sono svegliata più felice del solito – è da un po’ di tempo che mi sveglio più felice del solito 🙂 e mi è venuta voglia di andare a fare quattro passi all’aria aperta.

Il clima oggi è cupo ed uggioso, proprio come piace a me, quando il grigio delle nuvole sembra far risaltare tutte le sfumature di colore, in quell’angolo di mondo in cui i miei piedi mi hanno portata in quel momento.

E forse è proprio per questo che oggi Belluno mi appare così diversa. E così bella.

Avevo voglia di andare in centro, così volendo evitare di prendere l’auto, ho usato la scala mobile, un comodissimo impianto che ti permette, in pochi minuti, di arrivare al centro storico della città, superando un dislivello di quasi 50 metri (guardalo qui).

Ohhhhh quanto amo quella scala mobile! Sono 3 rampe che ti portano sù in pochissimi minuti ma, credimi, quei pochi minuti su quella scala che si muove sembrano un’infinità; mentre lei sale, e tu con lei, è come vivere una sorta di ascesa mistica: i pensieri vagano, si perdono, ti giri e rimani estasiato dalla bellezza del panorama che ti stai lasciando alla spalle, poi ti ritrovi a pensare a un milione di cose, dalle più futili a quelle più profonde e stratificate, guizzando dal futuro al passato come una saetta impazzita. Fino a quando non ti accorgi che sei arrivato all’ultima rampa e capisci che ti conviene tornare al presente, se non vuoi fare un bel capitombolo!!!

A quel punto lei, la città, ti accoglie con i suoi edifici che trasudano storia e bellezza, ti accoglie con i suoi colori, i suoi odori e i suoi rumori.

In tutto questo, ovviamente, la musica non smette mai di accompagnarmi, rendendo tutto ancora più magico e suggestivo.

Ho fatto una passeggiata in centro, camminando lentamente, molto lentamente, osservando ogni dettaglio, ogni minimo particolare, cercando di sincronizzare la mia visione di insieme con il mio passo, come se nei miei occhi le immagini scorressero in slow motion.

C’era poca gente in giro, probabilmente perché oggi è un giorno lavorativo per molti, proprio per questo motivo i miei occhi hanno potuto catturare dettagli molto più nitidi: un bambino che pattina allegro e spensierato mi fa pensare a come io, in questo momento della mia vita, mi senta esattamente come lui: spensierata, leggera, non cammino ma “pattino”, senza nessuna forma di attrito che mi scorra sotto i piedi.

Tanti cani… Uno si ferma proprio davanti a me ed espleta i suoi bisogni fisiologici, la sua padrona tempestivamente rimuove ogni cosa, facendomi amare il senso civico di queste persone in questa città, cosa che purtroppo, nella mia bella Sicilia, è completamente diversa, direi quasi opposta.

La mia Sicilia, così bella e così maltrattata.

Tante persone, tanti gesti, tanti passi ad andatura differente…

A un certo punto i miei occhi vengono attirati da una scena: un signore, gestore di una bancarella qui in piazza, armeggiava con un improbabile oggetto di legno, abbastanza voluminoso, credo fosse la riproduzione di uno spaventapasseri.

Un gesto assolutamente anonimo, quello di quell’uomo, un gesto che forse avrebbe dovuto lasciarmi indifferente. Ma così non è stato. Non per i miei occhi. Qualcosa, in quella scena, ha toccato e fatto vibrare una corda, ha suonato una nota; una nota che ha dato il via ad una bellissima melodia.

Perché?

Perché vedere quell’uomo così intento nel suo lavoro mi ha emozionato così tanto? Io non lo so… Sarà stata la cura che ci ha messo nel prendere quel pupazzo ed adagiarlo a terra, la stessa cura che avrebbe avuto Geppetto con il suo Pinocchio; quasi potevo percepire quello che lui stava pensando mentre faceva quel gesto, ed erano emozioni belle, dolci, tenere, emozioni d’amore. Mi sono sentita grata per aver potuto cogliere quel momento così intimo, così personale. Ne ho fatto tesoro.

E in quell’attimo, dopo aver scattato la foto che vedi in questa pagina, ho pensato, ho “sentito” che mi sto innamorando di questa città, mi sto innamorando di Belluno; di questa città che mi ha accolta nel momento più buio che io abbia mai vissuto da quando mi sono trasferita qui in Veneto, la città che mi ha accolta e mi ha spronata a fare, a migliorarmi, a crescere, ed ogni volta che un nuovo giorno arriva e mi affaccio dalla finestra di casa per salutarlo, guardo Belluno, guardo le sue chiese e le sue montagne.

E mi innamoro ogni giorno di più.

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